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Corato: Storia e Tradizioni |
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Corato (BA) Abitanti: 46.551 mila Posizione geografica: 232 metri sul livello del mare in una zona precollinare denominata Murgia.
Sono gli storici in genere, in particolare Salvatore Addario, a far risalire l’ origine di Corato all' epoca della seconda guerra punica (201 a.C.) subito dopo la distruzione di Cartagine quando, Scipione l'Africano divise, per premio, ai suoi soldati i campi dauni e peuceti confiscati agli Apuli delineando cosi le prime colonie romane in Puglia.
In quel periodo esatto il territorio di Corato fu ceduto al patrizio romano Caius Oratus, dal cui nome e cognome, fuso ed abbreviato, derivarono le voci Coratus, Coratum, Curati, Quarata e Quadrata fino a quando, con la dominazione di Federico II assunse la definitiva denominazione di Corato.
Dopo la morte di Federico II, siamo nel 1250, Carlo D'Angiò impone il suo dominio in quella parte di Italia meridionale, dopo aver sconfitto Corradino di Svevia.
Corato resta però fedele a Corradino, meritando da lui l'appellativo di 'cor sine labe doli' (cuore senza macchia di tradimento), motto sempre riportato sullo stemma della città.
Altre attendibili notizie storiche danno invece Corato preesistente come villaggio colonico nel Vll/VllI sec. dell'era cristiana.
Sorta a breve distanza dal mare ma abbastanza alta (232 mt.) per difendersi dalla minaccia dei pirati che assalivano le coste adriatiche, situata in zona fertilissima, rimase per molti secoli un semplice borgo con una chiesa, quella Matrice, circondata da casali abitati da alcune centinaia di agricoltori.
Il villaggio era caratterizzato da quattro torri costruite dai Longobardi e la difesa, consisteva anche in un dedalo di viuzze congiunte da archi e cunicoli sotterranei, caratteristica ancora presente nel centro storico della città.
Sotto il dominio dei Normanni, Corato divenne città fortificata, Pietro il normanno, fece unire le quattro torri, per cingere l'abitato con una muraglia intervallata da venticinque torrioni e costruire un castello, Palazzo Gioia. Svevi e Angioini, nel 1409, pensarono allo sviluppo della città nel commercio e nell'industria agricola con la lavorazione di vino, olio, mandorle e pelli.
Abolito il Feudalesimo, Corato entrò in un periodo di progresso civile che trovò il suo massimo sviluppo dopo l'unità d'Italia quando si dotò di importanti edifici pubblici.
Ulteriori miglioramenti delle condizioni socio-economiche si ebbero con Giacchino Murat, vicerè di Napoli fino al Risorgimento italiano quando la città divenne parte attiva per l'unità e l'indipendenza.
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